A volte i bravi artisti sono coloro
che hanno fallito nel tentativo di
comunicare verbalmente le loro idee,
i loro sogni, le loro speranze.
Eccoli allora, armarsi di pennelli,
macchine fotografiche, microfoni,
piume d’oca (forse un tempo) e quant’altro
faccia al caso loro.
Scrivere un libro è un po’ come intrattenere
un pubblico in un auditorio.
La gente ha da dire, ha sogni da condividere,
speranze da comunicare, dolori da esternare;
bisogni questi che vanno in contrasto con il
disinteresse generale gli uni per gli altri; con
l’esagerato individualismo, con la mancanza di
tempo, di pazienza, di voglia di condividere.
Allora scrivete un libro!
Almeno queste “idee”
la smettono di circolare nella vostra mente,
di appartenere solo a voi.
Mettete su carta i vostri pensieri e distribuiteli
agli amici e ai conoscenti degli amici.
Io ho iniziato così e la cosa mi ha portato grandi
soddisfazioni.
Raggruppate su qualcosa di
tangibile (un libro appunto!), i vostri dialoghi
interiori; vi sentirete più leggeri.
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